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Quando siamo fusi con i nostri pensieri: cosa succede?

Avete mai fatto caso a quante volte uno o più pensieri stanno lì, nella nostra mente, quasi appiccicati senza riuscire a toglierli?

Possono riguardare noi stessi o gli altri, una determinata situazione di vita e questi pensieri influenzano anche le nostre azioni.

Magari ci accompagnano da così tanto tempo che ormai siamo quasi abituati e, proprio per questo, arriviamo anche a credere che siano veri.

Possono anche sembrare dei “comandi” a cui dover obbedire o anche se li mettiamo in discussione non si ha la forza di andare oltre e lasciarli andare.

Ecco, questo è un tipico caso di fusione cognitiva in cui noi stessi siamo saldati ai nostri pensieri, così uniti e inseparabili tanto da non renderci conto a volte che li stiamo pensando.

Prova a fare questo esercizio:

immagina per un momento che le tue mani siano i tuoi pensieri… tieni le mani sollevate insieme, vicine tra loro, palmi aperti, come se fossero le pagine di un libro aperto. Poi vorrei che le sollevassi lentamente verso la tua faccia. Continua fino a che non coprono i tuoi occhi. Poi, prenditi alcuni secondi per guardare il mondo che ti circonda attraverso le fessure tra le tue dita e nota come ciò influisca sulla tua visione del mondo. Fai questo esercizio adesso, prima di continuare a leggere[1].

Com’è? Riusciresti a muoverti facendo le tue solite attività con le mani che ti coprono la vista? Ti limiterebbe? Cosa perderesti?

Ecco, per i pensieri funziona allo stesso modo.

Lo stato di fusione con essi, soprattutto se si sono formati molto tempo fa, influenza la nostra vita e le nostre scelte più di quanto si possa credere.

Siamo talmente collegati a loro che perdiamo il contatto di molte cose che accadono nella nostra vita e nel momento presente.

Proviamo ad immaginare di essere fusi con il pensiero “io non valgo niente” oppure “io sono inferiore agli altri”. Quanto ci limiterebbe nella tua quotidianità lavorativa, familiare e relazionale? Al lavoro non ci adopereremmo per fare carriera convinti di non potercela fare perché gli altri sono più bravi di noi.

Nelle relazioni potremmo semplicemente accontentarci di una relazione insoddisfacente convinti di non meritare altro.

I pensieri non sono veri semplicemente perché li abbiamo pensati ma possono essere veri o non veri e soprattutto, questo pensiero, ad esempio “io non valgo niente”, ti è utile o no?

Sarebbe più utile e vantaggioso pensare “io merito di essere felice”, “io sono capace” o “io vado bene come sono”, non è vero?

Per poter sbloccare questa situazione è necessario imparare a compiere attraverso un vero e proprio percorso strutturato, una de-fusione per coinvolgerci pienamente nella nostra esperienza e promuovere azioni concrete ed efficaci, per sentirci pienamente in linea con le nostre scelte e il nostro Sé profondo.

E voi, con quali pensieri siete fusi?

[1]Harris R., Fare ACT. Una guida pratica per professionisti dell’Acceptance and Commitment Therapy, Franco Angeli, 2011

Author Info

Alice Quadri

Psicologa Psicoterapeuta, Esperta in Psicologia Forense e Psicodiagnosi. Svolge la propria attività clinica e forense presso il proprio studio privato in collaborazione con numerosi studi legali e diversi professionisti. Svolge attività di docenza presso il CONI Lombardia.